quinta-feira, 29 de maio de 2008

Fiabe e Favole per bambini


La fiaba è un tipo di narrazione i cui protagonisti non sono quasi mai animali (tipici invece nella favola), ma creature umane, coinvolte in avventure straordinarie con personaggi dai poteri magici come fate, orchi, giganti e così via.

Le fiabe sono state tramandate oralmente, ma c'è chi le ha raccolte e trascritte dando loro una particolare struttura come Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, e ai nostri tempi Italo Calvino in Italia e Aleksander Afanasiev in Russia. Gli inventori di fiabe sono invece il danese Hans Christian Andersen, l'italiano Collodi (Pinocchio), l'inglese James Matthew Barrie (Peter Pan).

Le fiabe, da sempre considerate patrimonio della letteratura infantile e relegate in posizione subalterna rispetto ad altri testi, sono state attualmente rivalutate dalla scienza antropologica attraverso lo studio delle tradizioni popolari e delle culture orali.

domingo, 2 de março de 2008

Il leone spaventato da un topo e la volpe


Un giorno un topo che andava di fretta, passò di corsa sul corpo di un leone che stava dormendo.....Balzato in piedi, il leone, si girava e rigirava alla ricerca di colui che aveva osato passargli sopra. “Tu che sei un leone, così grande e grosso, ti sei lasciato spaventare da un topo!”, lo prendeva in giro una volpe, che aveva assistito alla scena. E il re della foresta rispose: ”Non ho avuto paura del topo, povera bestiolina, ma sono piuttosto rimasto stupefatto che qualcuno sia stato così audace da correre sul corpo di un leone addormentato”

MORALE
La favola insegna che “gli uomini saggi” tengono in considerazione anche le piccole cose.

segunda-feira, 19 de novembro de 2007

La storia di Babbo Natale




L’uso di fare doni ai bambini in occasione del solstizio d'inverno c'è sempre stato. Ma nel passato i regali non li portava Babbo Natale. A portare i regali ai bambini ci pensavano gli elfi, gli angeli, le fate, i Rè Magi, Santa Lucia, Gesù Bambino, la Befana. La figura di Babbo Natale si ricollega a San Nicola di Mira e a Sanctus Nicolàus, che operava già nel Medioevo. Per diventare ciò che è attualmente, la leggenda e la storia di (Babbo Natale - San Nicola) dovette arrivare negli States al seguito degli immigrati olandesi e, infine, a New York trovò Clement Clark Moore, che nel 1822 scrisse per i suoi sei figli la poesia "A visitfrom St. Nicholas" in cui lo descriveva in vesti nuove.
Il successo fu immenso e lui, con i nomi di Santa Klaus, Father Christmas, Papa Noèl, Weithnachtsmann, Babbo Natale, diventò il più amato portatore di doni e regali.
Babbo Natale è vecchio con la sua lunga barba bianca ma giovane nel suo entusiasmo, complice e paterno. Il suo vestito rosso, ornato di pelliccia e il suo inconfondibile berretto, ricorda quello degli gnomi e anche lui porta un sacco (cornucopia). Babbo Natale saetta nel cielo su un carro volante pieno di regali e doni natalizi, ma poiché viene dal paese dei ghiacci, ha una slitta trainata da renne, mitica rappresentazione dell'inverno, in cui si sommano e si accavallano folletti, santi, dei e rè. Babbo Natale è buono e tollerante. Non c'è carbone nel suo sacco e forse è proprio questo che spinge a diventar migliori. Entra misteriosamente dal camino o dalle finestre, provoca un pizzico di batticuore - quel tanto che ci vuole - lascia i regali, ammicca e se ne va.

domingo, 28 de outubro de 2007

Un bambino


La Madonna è andata al mercato
ha lasciato Gesù addormentato,
l'ha lasciato all'angelo rosa
che pensa sempre ad ogni cosa.
Tutto ad un tratto si sveglia il bambino,
grida, forse gli cresce un dentino....
L'angelo rosa non sa cosa faree
gli altri angeli manda a chiamare
la la la la la la
Pronto prontissimo l'angelo lilla
gli da una tazza di camomilla,
l'angelo verde tace e riflette,
forse le fasce son troppo strette,
di corsa arriva poi l'angelo d'oro,
prova a cantar con tutti un bel coro
ma il bimbo strilla a perdifiato,
la Madonna è sempre al mercato
la la la la la
L'angelo bianco con l'alto parlante
va in giro e informa ogni passante,
l'angelo giallo gli fa le smorfiette,
ma il bimbo piange e non la smette,
l'angelo azzurro gli suona il violino,
l'angelo blu gli massaggia il pancino,
ma il bimbo piange è disperato,
la Madonna è sempre al mercato
la la la la la
Torna la Madonna lo guarda ed esclama:
"Il mio bambino ha solo un po' fame!".
Volano gli angeli vanno al mercato,
ma quando tornano è già addormentato:
son tutti uguali i bimbi del mondo
frignano, strillano, gridano, piangono,
cadono, s'alzano, ricadono giù
anche se il bimbo si chiama Gesù.

domingo, 26 de agosto de 2007

LA SCIMMIA E I PESCATORI

C’era una volta una scimmia, un po’ ficcanaso, che giaceva sulla cima di un albero in prossimità di un fiume.

Ad un tratto si accorse che alcuni pescatori stavano gettando le reti ed incuriosita smise di mangiare osservando ciò che stava accadendo.

Dopo alcune ore di intenso lavoro, i pescatori mollarono le reti e si allontanarono un po’ per mangiare e riposare.

La scimmia, ritenuta dagli studiosi un ottimo imitatore, scese dall’albero e cercò di ripetere i movimenti dei pescatori.

Tuttavia, appena ebbe toccato le reti, si trovò improvvisamente intrappolata e corse addirittura il rischio di affogare.

“Ben mi sta” disse la povera scimmia.

Perché mai mi sono messa a pescare senza prima aver imparato come si fa?



MORALE:

La fiaba dimostra che intraprendere ciò di cui non siamo capaci, non solo non serve a nulla....anzi potrebbe rivelarsi dannoso.

segunda-feira, 23 de julho de 2007

Il mondo magico delle fiabe

La fiaba è un racconto fantastico, una storia dove protagonisti e personaggi minori si incontrano, si confrontano, entrano in lotta o si aiutano, ognuno animato da sentimenti ben definiti (la bontà o la cattiveria, l’egoismo o l’altruismo, l’amicizia, l’odio o l’amore, ecc.).
La logica del pensiero razionale che governa l’agire di noi adulti s’intreccia, nella fiaba, con quella della fantasia: il confine tra realtà (cioè tra il mondo che vede il bambino attorno a lui) ed immaginario (il mondo fantastico in cui il bambino si rifugia quando gioca) si assottiglia fino a scomparire negli animali parlanti, nelle fate e nelle streghe, negli eroi che lottano e nei personaggi che cambiano e si trasformano.
La fiaba dovrebbe avere nell’esperienza di ciascun bambino un posto importante perché offre personaggi in cui identificarsi e su cui proiettare i propri sentimenti più intensi e, a volte, inaccettabili nella realtà.
Le situazioni di paura, smarrimento, aggressione, solitudine, impotenza, tipiche della fiaba tradizionale, corrispondono così bene alle sensazioni che il bambino piccolo sperimenta da fornirgli uno scenario ideale su cui veder rappresentata la propria realtà interna fatta di timore dell’abbandono, di perdita dell’amore dei genitori, di rivalità con i fratelli, di senso d’inadeguatezza ecc..
La fiaba garantisce, infatti, dopo lotte, sofferenze e conflitti, un sicuro lieto fine; e ciò permette al bambino di vivere, attraverso i personaggi, le emozioni più intime senza averne paura.
La fiaba non ha il compito di spiegare o insegnare le condizioni di vita della società in cui il bambino vive, ma può aiutarlo a comprendere se stesso in questo mondo complesso nel quale egli deve trovare un senso.
I racconti fiabeschi considerano molto seriamente le ansie e le paure del bambino e ad esse si ispirano offrendo soluzioni, i personaggi e le vicende ripropongono i conflitti interiori del bambino, ma suggeriscono anche un modo per risolverli.
In essi viene rappresentato il messaggio secondo cui le gravi difficoltà della vita sono inevitabili e soltanto affrontandole possono essere superate.
La forma e lo stile di questi racconti sono semplici e familiari, il lieto fine è assicurato, gli avvenimenti sono collocati in un tempo e in uno spazio lontani dalla realtà quotidiana: ciò rassicura il bambino che può così accettare di “vivere” e superare (anche se solo con la fantasia) delle emozioni che nella realtà lo inquieterebbero e che in lui sono comunque presenti e non risolte.
Il bambino sa bene che la fiaba appartiene ad un mondo diverso da quello reale, ma non li confonde come a volte si può pensare; anzi, il vivere nel mondo fantastico lo aiuta a capire meglio i suoi stati d’animo e le sue emozioni.
Le fiabe si armonizzano con la mente del bambino, ma, al tempo stesso, lo aiutano a mettere ordine consentendogli d’individuare la possibilità di superare gli ostacoli per raggiungere la felicità.
Per quanto i personaggi siano mostruosi e le loro azioni cattive, l’eroe supera lo sconforto, s’ingegna nell’utilizzare le proprie capacità e giunge sempre al “.... e vissero felici e contenti”.
In questi racconti di lotte e di cattiverie non si devono temere le crudeltà o le situazioni emotivamente forti nel tentativo di proteggere il bambino da ciò che secondo gli adulti lo potrebbe spaventare, perché nelle vicende narrate si incontrano paure e timori normalmente presenti nell’età infantile e che, presentati in questo modo, offrono la possibilità di essere “vissuti”, elaborati e superati avviando il bambino sulla strada di una personalità più matura.
Poiché la fiaba è solitamente letta o raccontata da un adulto ad un bambino che non sa ancora leggere, essa ha anche una fondamentale funzione di relazione tra chi legge e chi la ascolta e la vive.
È importante che il bambino abbia la sensazione che i genitori si appassionino al racconto, condividano le sue emozioni e che rispettino i suoi pensieri intimi senza intromettersi con domande , interpretazioni o spiegazioni fino a quando egli si sentirà pronto a rivelarli.
Quindi, cari mamme e papà, tra le videocassette che rappresentano le fiabe, tenete anche un libro da leggere ai vostri bambini in qualsiasi momento abbiate del tempo da dedicare loro oppure al momento della “buona notte” perché un bimbo non è mai troppo stanco per emozionarsi e divertirsi accanto alle persone a cui più vuole bene.
(Barbara Pini - http://utenti.lycos.it/griantino)

Biancaneve


C'era una volta una regina in attesa di un bambino che in una giornata invernale stava filando davanti alla finestra. Il davanzale era di legno d'ebano nero, e si stava ammucchiando già della neve. Ad un tratto si punse un dito ed alcune gocce di sangue caddero sulla neve. La regina pensò: "Come mi piacerebbe avere una bambina dai capelli neri come l'ebano, dalle labbra rosse come il sangue e dalla pelle bianca come la neve!"
Ma dopo poco si ammalò gravemente e morì.
Per qualche anno il re suo marito fu inconsolabile: poi un giorno incontrò una bellissima dama a caccia, ricca e nobile e decise di sposarla per dare una mamma a Biancaneve.
Ma ignorava che era in realtà una strega, esperta in pozioni magiche, con uno specchio magico a cui ogni giorno chiedeva: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame!" per il gusto di farsi rispondere "La più bella mia regina sei tu"
Non mancò poco che la malvagia regina prese il regno per sé, imprigionando il marito e mettendo Biancaneve a fare i lavori più umili. Ma la principessina cresceva e diventava sempre più bella. Un giorno la regina chiese di nuovo allo specchio chi fosse la più bella del reame e lo specchio le rispose:
"Tu mia regina sei sempre bellissima, ma Biancaneve è più bella di te!"

La regina non poteva tollerare una rivale: e così convocò un guardiacaccia suo fido e gli disse:
"Porterai la principessa nella foresta, e la la ucciderai. Mi porterai poi il suo cuore come segno del delitto".
Il guardiacaccia portò Biancaneve nella foresta ma al momento giusto non ebbe il coraggio di ucciderla. Le intimò di scappare nella foresta, e sulla strada del ritorno uccise un cerbiatto per portare il cuore alla regina.
Biancaneve corse a perdifiato nella foresta, fin quando non arrivò in una radura, dove sorgeva una minuscola e graziosa casetta: entrò e capì che ci viveva qualcuno, e pensò che abitassero sette bambini senza mamma. C'erano infatti sette ciotole, ed assaggiò da ognuna delle sette ciotole, poi provò sette diversi lettini, finché non si addormentò sull'ultimo.

Gli abitanti della casa erano sette nanetti che lavoravano nella miniera vicina. Rientrando trovarono Biancaneve e decisero di ospitarla, raccomandandole di essere estremamente prudente per via della regina cattiva. Per Biancaneve iniziò un periodo sereno, con nuovi amici ed a contatto con la natura.
Ma un brutto giorno la regina cattiva chiese di nuovo allo specchio chi era la più bella del reame.

E lo specchio magico le rispose : "Al di là dei sette monti, al di là delle sette valli c'è la casa dei sette nani, in cui vive Biancaneve che è ancora più bella di te".
La regina decise di uccidere Biancaneve: si travestì da vecchia mercante e portò con sé un cesto di bellissimi nastri. Giunta alla casa dei sette nani, impietosì Biancaneve e riuscì a convincerla a comprare un bellissimo nastro per la vita.
La strega chiese di poterla aiutare a mettere il nastro, e strinse così forte da lasciare Biancaneve come morta a terra. A sera giunsero i nani, che riuscirono a riportare in vita Biancaneve. La sgridarono e lei promise che sarebbe stata più attenta.

Ma la regina scoprì grazie allo specchio che era ancora viva.
Si travestì da venditrice ambulante di pettini e spazzole e ribussò alla porta della casetta. Convinse Biancaneve a comprare un pettine che aveva intriso nel veleno. Con una scusa volle pettinarla e le piantò il pettine in testa. Biancaneve giacque a terra esanime. I nani tornarono alla sera, e riuscirono però ancora a salvarla togliendole il pettine dai capelli.

Ma la regina riscoprì tutto e questa volta prese una mela, una mela bellissima e la immerse in un veleno magico. Poi si travestì da mendicante, ed andò alla volta della casa dei nani. Biancaneve stava preparando una torta e impietosita le offrì una fetta. In cambio la strega travestita le diede la mela e Biancaneve diede un morso. Subito cadde a terra morta. La strega fuggì felice: l'unico antidoto era il primo bacio d'amore, ma credeva che credendola morta i nani l'avrebbero sepolta.

Ma i nani, disperati non vollero separarsi da Biancaneve e la misero in una bara di cristallo nella foresta, dove vegliarla in continuazione.

Un giorno il figlio di un re vicino, sempre solo e triste passò di lì. Biancaneve era così bella che chiese di poterla vedere da vicino e volle baciarla. Subito lei si risvegliò: i nani festeggiarono il suo ritorno. La regina cattiva morì di rabbia scoprendo tutto. Biancaneve sposò il principe, non dimenticò i suoi amici nani e vissero tutti felici e contenti.